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ACCIDENTE 2 - GLORY HOLES

Un foro nel muro. Un attore e uno spettatore. Una prestazione per pochi. Un rapporto intimo e personale fra due sconosciuti. Undici minuti. Un orgasmo trascendentale che illumina.

 

Testo Originale MAURO ANDRIZZI e MARCUS LINDEEN

Traduzione, Ideazione, Regia GIULIO STASIScene ALBERTO TIMOSSI

Con TIZIANA AVARISTA / CRISTINA GOLOTTA / JUN ICHIKAWA / ANNA MARIA LOLIVA / LUCILLA MIARELLI / CECILIA NAPOLI / CRISTINA POCCARDI / e con TE

Assistenti e Tecnica CAROLINA IRMA DI MONTE, ELISA GALLUCCI, DARIO SALVAGNINI

Debutta a Settembre 2012 per SHORT THEATRE a Roma

Performer in repliche passate ELENA CUCCI / SOFIA VIGLIAR

 

ALICE CALABRESI per REPUBBLICA.IT sull’ACCIDENTE 2

 

[...] la performance in esterno Glory Holes, diretta da Giulio Stasi, si pone tra teatro ed esperienza sensoriale, erotica. [...] Le attrici, sempre diverse e, volutamente anonime, partecipano intensamente a questa confessione delicata e sensuale. Il tunnel e il buio aprono a una dimensione altra, il testo scivola con voce suadente, e per undici minuti assistiamo a una parabola che da voluttuosa diventa esistenziale, facendoci compiere un minuscolo e poetico giro del mondo.

 

 

ALESSANDRO PAESANO per TEATRO.ORG sull’ACCIDENTE 2

 

[...] Undici minuti di monologo di una intensità caldissima per il luogo e la modalità in cui si assiste, si esegue, il racconto e per l'emozione che il racconto di un rapporto sessuale tra due uomini, interpretato da una donna suscita nell'ascoltatore o nell'ascoltatrice scardinando ogni relazione precostituita, ogni catalogazione sessuata (uomodonna) e di orientamento sessuale  approdando a un'esperienza unica, irripetibile, vissuta sulla pelle viva di due corpi viventi che fanno esperienza di sé e dell'altra prima o dopo qualunque divisione semantica.

Un'esperienza che intender non la può chi non la prova.

Un altro dei momenti preziosi di una delle migliori edizioni di Short Theatre, so far.

 

 

EMANUELA SABBATINI per POPSOPHIA.IT sull’ACCIDENTE 2

 

In un dipinto di Hieronymus Bosch, intitolato “Ascesa dei Beati all’Empireo”, un tunnel luminescente conduce le anime dalle tenebre al chiarore celeste. Uno spazio concentrico che fa da ponte tra due stati opposti quanto contigui. [...]

Giulio Stasi, regista e attore teatrale, ci ha chiesto di rientrare in quell’incavo di passaggio tra dentro e fuori, tra due stati fatti di posizioni diametralmente opposte: parola e silenzio, entrata e uscita, buio e luce, incanto e disincanto, orgasmico piacere e temibile disgusto.

Glory Holes, performance di 11 minuti andata in “scena”, (mai come in questo caso le parole sono un impedimento), per la rassegna romana Short Theatre, ci chiede proprio di farci piccoli, di tornare in uno stato quasi fetale e di perderci nell’ombra del Macro Testaccio per poi ritrovarci rannicchiati in cilindri rassicuranti ed inquietanti  al tempo stesso. In silenziosa attesa di qualcosa, qualcuno, guardando oltre [...] Nella narrata ricerca sfrenata di arrecare piacere in modo appassionato e pieno di dedizione c’è un atto che va oltre qualunque volgarità. In un gesto incapace di generare ma finalizzato solo al massimo godimento, ecco la rottura del bozzolo, il passaggio dalla morte alla vita. Giulio Stasi ci costringe ad osservare il tutto dal di dentro. Dall’interno del buco glorioso, dall’interno della cavità orale. Ci costringe ad un atto remissivo sebbene attivo: siamo chi regala piacere, godiamo anche noi dell’anonimato totale, protetti, come siamo, dal buio ma siamo votati al silenzio dello spettatore.

E in quell’esperienza narrata con così tanta dovizia di particolari, il piacere e il godimento stanno nel ricordo, eppure io provo in successione sensazioni quasi dolorose… “Il dolore e il piacere si alternano come la luce e l'ombra”, parola di Laurence Sterne.

 

 

RENATA SAVO per SCENE CONTEMPORANEE sull'ACCIDENTE 2

[…] una confessione intima rivolta a uno sconosciuto: un inno all’amore, un canto universale di gioia e dolore che spinge a una reazione emotiva e fisica, trattenuta solo dalla resistenza individuale ad abbandonarsi completamente nel rispetto di una convenzione (la separazione tra attore e spettatore) che qui, difatti, viene abolita […]

CECILIA CARPONI per NUCLEO ART-ZINE sull’ACCIDENTE 2

 

[...] Glory Holes non prevede un pubblico numeroso: tra performer e spettatore si instaura un rapporto da singolo a singolo, come nelle relazioni più intime e private della vita umana. [...] Il racconto suadente inchioda l’ascoltatore; dall’iniziale imbarazzo dovuto alla vicinanza, all’intimità, l’esperienza si configura poi come voluttuosa, confidenziale e spirituale. La dimensione è sospesa, suggestiva: un viaggio nel tempo e nello spazio, attraverso le avventure di qualcun altro. È proprio nel contatto diretto e ravvicinato che Giulio Stasi inserisce la sua ricerca: l’illusione della quarta parete appare ormai troppo friabile e alienante, nell’era in cui il cinema detiene il monopolio della verosimiglianza. Gli artisti di teatro non possono dunque che tentare l’esplorazione e la sperimentazione per regalare ancora emozioni di ogni sorta, dal piacere dell’intimità al disagio della diffidenza.

 

 

CECILIA CARPONI per NUCLEO ART-ZINE intervista GIULIO STASI sull’ACCIDENTE 2

 

Cecilia Carponi: Nella performance da te ideata e diretta Glory Holes, sei riuscito a ottenere un incontro diretto e intimo tra due sconosciuti: attrice e spettatore/trice. Da cosa nasce questa esigenza?

Giulio Stasi: Preferirei parlare di idea, di volontà, di bisogno profondissimo piuttosto che di esigenza, vocabolo un po’ abusato, e che implica, se usato per definire il proprio lavoro, una autovalutazione ed una autolegittimazione ad operare sopra l’ascolto e i bisogni degli altri. Io mi sono innamorato di uno script breve che parlava di un incontro intimo e diretto fra due sconosciuti, di una totale empatia per il bene altrui. Ho trascorso un lungo periodo in cui cercavo di trovare una chiave che potesse dare dignità autonoma all’adattamento teatrale di un’opera cinematografica. Finche più o meno consciamente ho traslato questa idea nella regia, e ho creato un rapporto intimo, diretto ed esclusivo fra due sconosciuti, che non si vedono, ma si possono sentire; fortissimamente. Uno dei due sconosciuti era l’attore, che nei credits è rimasto appunto anonimo, ma di cui ora svelo volentieri il nome [...]

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